Numero 4 | Ottobre 2020
Il rovescio della medaglia: Cashless Society
La società evolve e cambia e così anche il denaro, che viene completamente smaterializzato. È questo un processo ormai intrapreso e dai risvolti positivi, come riportato dalle analisi di organismi internazionali tra cui l’ONU, pare tuttavia utile rilevarne anche le criticità affinché, spronando alla riflessione, si giunga ad una soluzione.
Una bugia ripetuta a sufficienza diventa realtà
– Lenin, 1870-1924
La crisi bancaria del 2008 e quella successiva dei debiti sovrani hanno messo in difficoltà una società iper-finanziarizzata. Un mondo basato sul diritto “a consumare”, finanziato con un debito che si pensava di non dover rimborsare mai, è forse finito. Forse perché – ad oggi – la risposta della politica, della finanza e dell’accademia è stata “liquidità at libitum”, stravolgendo non solo la teoria economica ma anche il senso comune. Era inevitabile cercare i “soliti” rimedi a scelte errate passate. Per sostenere il sistema si è dovuto alzare il tiro e far leva su scelte straordinarie mai sperimentate prima.
In questo filone si inserisce l’idea di Cashless Society, evoluzione del fiat paper system. Partiti trasformando l’oro, bitcoin ante litteram, in una ricevuta bancaria garantita, si era poi negata la parola rendendola irredimibile per legge. Oggi, per evitare che la gente si interroghi sul senso del denaro, si cerca di portarlo ancor di più sotto il diretto controllo delle autorità. La storia si ripete e si migliora: torna in mente l'Ordine Esecutivo 6102 emanato dal Presidente Roosevelt il 5 aprile 1933, che rese illegale la detenzione di oro.
La società senza contante è l’evoluzione di un sistema che ha spostato l’importanza economica dalla produzione alla finanza. L’impalcatura finanziaria e l’accumulazione monetaria hanno preso il sopravvento sull’economia reale e la creazione del profitto. La finanziarizzazione influenza tutto, dalle relazioni fra Stati, ove alle torpediniere si sostituisce lo spread o il rating, alla società civile ove i cittadini sono trasformati in consumatori.
Come ieri per l’oro, oggi per il contante i pretesti per agire sono nobili: favorire la crescita, fermare l'evasione, sconfiggere il crimine.
Il denaro - la merce più scambiata - viene accusato di frenare lo sviluppo, quando proprio la sua libera e rapida circolazione è l’olio per il motore dell’economia. Sarà il denaro o le leggi che mirano a tracciarlo e controllarlo a rallentare l’economia? Non sarà il peso fiscale a rallentare la crescita e portare l’imprenditore a chiedersi "Chi me lo fa fare di rischiare?".
In realtà si cerca di distogliere l’attenzione, nascondere le fragilità di un mondo basato sul debito eccessivo ed improduttivo, ed evitare che venga posta la “madre di tutte le domande” - come avete speso i soldi? Meglio mischiare le carte adottando scelte di breve per problemi di lungo termine. Obiettivo indiretto: scaricare sulle prossime generazioni l’onere senza che queste, accorgendosene, lo ripudino.
Estremizzando, il denaro viene visto o come il Vitello d’oro di Aronne, strumento di dannazione che allontana dalla volontà divina, o come frutto di relazioni economiche basate sullo sfruttamento. Dato che è male, è giusto portarlo sotto il controllo di chi “bene sa e opera”? Forse è opportuno riportare le cose nella normalità e trovare le risposte nell’opera di Ayn Rand, fondatrice della corrente filosofica dell'oggettivismo:
Commerciare per mezzo del denaro è il codice degli uomini di buona volontà. Il denaro poggia sull’assioma che ogni uomo è il proprietario della propria mente e dei propri sforzi. Il denaro non consente di stabilire il valore dei nostri sforzi a nessun potere superiore, ma solo alla scelta volontaria dell’uomo disposto a commerciare in cambio dei suoi sforzi. Il denaro ci permette di ottenere per i nostri prodotti e per il nostro lavoro quello che valgono per gli uomini che li acquistano, non di più. Il denaro non permette alcun affare all’infuori di quelli a beneficio reciproco secondo il libero giudizio dei contraenti. Il denaro ci impone il principio che gli uomini devono lavorare per il proprio benessere, non per la propria sofferenza, per guadagnare, non per rimetterci. Per questo il denaro è libertà.
Sul denaro come male e dannazione eterna continua:
Fuggite gli uomini che vi dicono che il denaro è un male. Questa frase è un campanello d’allarme, vi avvisa che c’è un pescecane in arrivo. Finché gli uomini vivranno insieme sulla terra e avranno bisogno di qualcosa per commerciare gli uni con gli altri…l’unico surrogato, se scartano il denaro, è il calcio di un fucile.
I sostenitori dell’abbandono del denaro contante, in primis le società specializzate nel denaro elettronico che su di esso costruiscono fatturati e profitti, hanno trovato sponda nelle scelte che il momento di crisi ha portato ad accettare.
Tassi negativi e Bail In sono due passaggi fondamentali per arrivare all’eliminazione del contante e al contempo mostrano la gravità della crisi e le conseguenti scelte effettuate.
Con i tassi negativi, un’aberrazione, si concede alle banche di maturare ricavi prelevando un interesse dai depositi (a bilancio un loro debito). Con il Bail In il salvataggio delle banche grava anche sui correntisti, che non hanno nessun guadagno dall’attività né voce in capitolo sulla gestione.
Al risparmiatore non si aprono che due strade: rivolgersi a San Matteo Apostolo (patrono dei bancari) o, più razionalmente, ritirare gli averi depositati. Questa scelta deleteria per ogni debitore va fermata dapprima costruendo un mondo di sospetti sul libero uso del contante, de facto “espropriando” il correntista delle sue risorse, successivamente sviluppando un disegno più sofisticato ma definitivo: la distruzione del contante stesso.
Ma non è solo l’aspetto economico che deve far riflettere sui rischi di una società senza contante: la Cashless Society porta ad una forma moderna di schiavitù.
La Cashless Society anticipa una sorveglianza di massa che permette di “schedare” (gusti ed idee) dei cittadini.
In ultima analisi ed estremizzando, il denaro in forma elettronica o digitale potrebbe improvvisamente rilevarsi fuori controllo dal legittimo proprietario, cioè da colui che l’ha guadagnato.
La società senza contante anticipa un sistema che ha come fine il controllo, declinato oggi nella negazione della privacy ed in prospettiva di ogni diritto individuale. Stiamo incamminandoci su una strada pericolosa, frutto della crisi che stiamo sperimentando. Paura, ignoranza, pigrizia ed il quieto vivere portano molti a dire “Io non ho nulla da nascondere”. La risposta in questa poesia perché tutti ne traggano le giuste riflessioni:
Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare
– Martin Niemöller, 1892-1984
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