Numero 10 | Aprile 2022
Inflazione: come proteggersi?
"L’inflazione è la tassazione senza legislazione"
– Milton Friedman
La moneta è la base su cui è costruita la nostra società, dovrebbe essere assolutamente stabile e credibile invece è una realtà fragile. La moneta oggi non è ricchezza vera, creata a debito è arbitrariamente inflazionabile. L’Inflazione non è un effetto collaterale di un sistema perfetto, ma la strategia per mantenere lo status quo. Oggi nel nostro sistema capitalistico dov’è il capitale? Semplicemente, non c’è!
La malattia
La moneta si intreccia con la storia dell’uomo, ha plasmato il mondo favorendo in positivo il progresso economico e sociale ed in negativo ponendosi come “miccia” per eventi drammatici. Con la società ha un rapporto biunivoco, causa situazioni instabili e ne è influenzata.
Nella visione comune, l’inflazione è l’aumento generalizzato e continuativo dei prezzi. Spesso è strisciante, quando evidente porta un dilemma per banchieri centrali e politici: inflazione o crescita?
L’accademia concentra la sua attenzione sull’inflazione reale, quella provocata da una variazione dei fattori che incidono sulla domanda/offerta di beni e servizi. Parla di inflazione da costi quando un aumento dei prezzi dei fattori produttivi si trasla sui prezzi finali, di inflazione da domanda quando un aumento della domanda aggregata, non adeguatamente sostenuto dall’offerta, porta ad un generalizzato aumento dei prezzi. Vede il rialzo dei prezzi in funzione del ciclo economico o della variazione indotta di uno dei fattori produttivi, ma il dibattito è ancora aperto!
Altre scuole di pensiero (monetaristi e scuola austriaca) si concentrano sull’inflazione monetaria, quella causata da variazioni della quantità di moneta circolante e del credito. L’eccessiva espansione monetaria è la causa principale sia dell’inflazione sia delle fluttuazioni cicliche. Non è il prezzo della merce che aumenta ma il denaro che perde il suo valore.
Nel nostro sistema attuale di valute fiduciarie (fiat paper), viviamo in una serena ma falsa impressione di stabilità. Per mantenerla dobbiamo iniettare nel sistema, in quantità sempre più massiccia e veloce, moneta. Il punto di svolta sarà raggiunto quando e se si prenderà coscienza di questo meccanismo, scoprendo di essere perdenti in questa società a debito.
Nel recente passato, dopo la crisi del sistema finanziario (2008 Lehman), la risposta politico/finanziaria è stata l’inevitabile sostegno al sistema con politiche aggressive combinazione di tassi bassi e inflazione. I politici hanno scoperto il potente mix basato su una politica fiscale e finanziaria repressiva. Con tale politica hanno messo nell’angolo il mercato e la sua funzione primaria è la libera valutazione degli asset.
Oggi un evento inaspettato di discontinuità ha portato a far cadere questa impalcatura, aprendo ad una fase inflazionistica declarata e parimenti manifestando la debolezza delle teorie economiche basate sul credo della “moneta facile”. Oggi pare evidente che un sistema a moneta svincolata da qualsiasi bene reale, sotto il controllo di una banca centrale, istituito per espandere costantemente l’offerta di moneta fiduciaria per "stimolare" così la crescita, non porta stabilità ma è un sistema sub ottimale rispetto a quello offerto da una moneta merce.
La cura
Inflazione significa essere povero con tanti soldi in tasca
- Ugo Tognazzi
In un contesto ostile, cosa fare? Restare spettatore? Rassegnarsi? Cercare una strategia? Il primo passo è psicologico: prendere coscienza del problema senza farsene atterrire. Non deve subentrare né la rassegnazione, né l’iperattività o la ricerca di “soluzioni magiche”. Ci si deve affidare alla razionalità e un poco alla fortuna! Utile predisporre un piano di azione, sfruttando la flessibilità e la maneggevolezza di portafogli “contenuti”.
In un mondo inflazionato la scelta più razionale sarebbe quella di andare a leva: indebitarsi per finanziare l’acquisto di beni “scarsi” nella consapevolezza di godere di un extra vantaggio: rimborsare i debiti contratti con una moneta di minor valore.
Tale strategia ideale esula, per complessità e rischio, dalla normale operatività di un investitore di medio/lungo periodo. All’investitore non resta che concentrarsi sull’attenta e selettiva ricerca di attivi reali, tangibili, disponibili in quantità limitata.
Materie prime, immobili, arte… per la loro unicità ben si prestano come risposta in un contesto inflattivo, posto che sia mantenuto l’ineludibile comandamento della pronta e libera liquidabilità dell’investimento effettuato!
Il mercato propone alcuni strumenti che, seppur di natura finanziaria, sono indicizzati su beni reali, pertanto non inflazionabili, opportuni in momenti di ricchezza apparente e monetaria. Sono una scelta utile ma anche un ripiego mancando, in specifici casi, del requisito di pieno e libero possesso.
Strumenti per difendersi
- Inflation-linked: obbligazioni ancorate all’andamento dei prezzi al consumo, aumentano di valore durante i periodi inflazionistici. Spesso il paniere non corrisponde all’inflazione effettiva e può venir politicamente aggiustato.
- Floater: il tasso di interesse variabile protegge e si adegua ai movimenti del mercato monetario - principalmente di emissione bancaria; presentano un credit risk, ed una parziale copertura della svalutazione monetaria.
A questi strumenti finanziari si aggiungono opportuni asset reali, da perseguire senza affanno:
- Materie prime: il prezzo delle materie prime è uno dei fattori che determina la crescita dell’inflazione. Investendo in materie prime si detiene un asset che tende ad apprezzarsi proprio nei periodi di elevata inflazione.
- Oro: bene rifugio per eccellenza. Da sempre oggetto della “saga complottista” di una sua eventuale manipolazione. Di difficile e complicato acquisto diretto, oggi finanziarizzato in strumenti che ne garantiscono la proprietà ma non il possesso diretto e fisico.
- Immobili: scelta difensiva più comune, di complicata diretta acquisizione e gravata da oneri fiscali una tantum e annuali pesanti. Necessitano di una gestione professionale per ottimizzare la loro resa, spesso oggetto dei desideri “fiscali” di ogni Paese iper-indebitato. Oggi una diversificazione in beni immobiliari è praticabile una tramite specifici strumenti finanziari che permettono investimenti a livello globale ma che tuttavia richiedono di porre particolare e costante attenzione sull’emittente/gestore del prodotto.
- Reit: investimento immobiliare indiretto, diffuso nei mercati anglosassoni, dove si gestiscono immobili ricercando il massimo ritorno nel medio periodo. Possibile una diversificazione settoriale e per area geografica.
Resta più controversa l’ipotesi che le azioni in toto ed i mercati emergenti garantiscano contro l’erosione della moneta. C’è, almeno parzialmente, da dubitare, forse non si è “correct” e si può sembrare “fuori moda”, visto le performance azionarie, ma bisogna ricordare che:
- non tutte le società riescono a traslare i maggiori costi sul consumatore finale;
- la ritrovata ingerenza dello Stato nei settori economici, mettendo limiti (cap) ai prezzi o imponendo scelte strategiche (golden share), non gioca a favore della ricerca del profitto;
- la nuova moralità ESG porta a mettere in secondo piano la redditività del capitale, che anzi viene sotto sotto colpevolizzato.
Stiamo tornando agli anni ’70, dove agli azionisti si limitavano i potenziali profitti ma si lasciava tutto il rischio.
In generale, la risposta in una fase inflattiva non è facile, i mercati sono ostili; forse la risposta è un mix di asset reali stabili abbinata ad un’operatività opportunisticamente anche “short”, calibrata sull’individuale propensione al rischio.
Resta sempre aperto il confronto tra chi considera il quadro inflattivo attuale temporaneo e chi teme un cambio di paradigma. Non è un esercizio di mera accademia, ma una scelta centrale. Da questa dipenderà il corretto posizionamento del portafoglio ed il ritorno soddisfacente dei propri investimenti.
Per riflettere ed alleggerire i pensieri può essere utile questo motivetto anni ‘70, visto che la saggezza popolare insegna ”canta che ti passa!”
Eh la benzina ogni giorno costa sempre di più
E la lira cede e precipita giù
Svalutation, svalutation
Cambiando I governi niente cambia lassù
C'è un buco nello Stato dove I soldi van giù
Svalutation, svalutation………
- Compositori: Adriano Celentano / Gino Santercole / Luciano Beretta / Vito Pallavicini
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Buono a sapersi
Un breve articolo, forse anche un po’ provocatorio, che ci parla di previsioni, di esperti e di… martelli.
Evidentemente da un lato l’articolo stesso non sfugge ad alcuni pregiudizi e dall’altro forse noi esigiamo dagli esperti risposte sempre più immediate a problemi complessi che non hanno un’unica soluzione.
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